Ho comprato la Fujifilm X-T2 dopo dieci anni di fiero canonismo. Mi chiedevo: vale la pena passare a mirrorless? Che differenze ci sono con una reflex? E come farò con gli obiettivi, dopo essere stato “viziato” dalla Serie L di Canon.
Con buona pace di tanti nazifotografi, sono convinto che uno strumento adeguato sia fondamentale per esprimere la propria creatività in un modo appagante. E la scelta di una reflex adeguata è importante.
Adesso, a distanza di due anni di uso intensissimo, posso dirlo: non potevo fare scelta migliore. La Fuji è una macchina che libera e stuzzica ogni tuo potenziale creativo, rendendolo realizzabile.
Premessa: non è una recensione tecnica, il web ne è pieno. La mia è il racconto di un’esperienza d’uso quotidiano.
L’unica cosa che so è che, prima di acquistare la macchina, credevo che le recensioni online fossero state tutte scritte dal responsabile pubblicità della Fujifilm. Invece mi ritrovo adesso ad unirmi al coro: erano davvero voci sincere!
Un approccio lento
Quando apri per la prima volta lo scatolone della macchina fotografica è tutto bello, bellissimo, fantastico.
Poi sale il trauma.
Il primo approccio è stato difficilissimo: le prime fotografie, i classici scatti random al gatto, sembravano magnifiche. Poi, nell’esplorazione avanzata dei menù e nella modifica dei RAW, mi sono sentito un deficiente. Mi pareva di aver dimenticato come si fanno foto.
L’approccio della Fujifilm, molto più vicino a quello della fotografia analogica, con le sue ghiere dei tempi fisiche e con la sua forma piccola e vintage. Ancora oggi molti mi chiedono dove si mette il rullino!
Poi ho visto i primi jpeg. Pazzeschi.
Se la imposti in automatico e vuoi le foto della vacanza,. I file jpeg della Fujifilm, qualunque essa sia, sono ottimizzati in modo così perfetto da essere perfetti già al momento dello scatto. Gli ingegneri giapponesi hanno fatto un lavoro favoloso, molte fotografie sono davvero da incorniciare senza alcuna modifica. Anzi, se sei meno esperto, hai proprio l’impressione di sentirti un “pro” già al primo scatto!
Per fare foto speciali, metti l’impostazione “Classic Chrome“. Non te ne pentirai!
Rispetto alle reflex tradizionali, poi, i menù d’impostazione della Fuji sono centinaia e tutti posizionati in modo complicato. Serve un po’ di tempo per farci l’abitudine, poi la navigazione sarà sicuramente più intuitiva.
Al lavoro: non è l’ideale per diciottesimi, discoteche e locali
Ma bando alle ciance. Subito la porto ad un diciottesimo e la butto nella mischia. Sono abituato ad usare la Canon come un carrarmato: mi getto nella mischia con il 17-40 e scatto fotografie al volo fra gomitate, urla e musica. Con la Fujifilm non azzeccavo mezza fotografia: l’autofocus va a farfalle quando non c’è luce e, ovviamente, non funziona.
Nel prossimo paragrafo spiegherò la ragione: è il flash esterno che non aiuta.
Pare che la problematica dell’AF carente al buio sia stata risolta quasi del tutto con la Fujifilm X-T3.
Per le lauree e per gli eventi meno “di corsa”, invece, la Fuji è inarrivabile.
Col flash non ci siamo.
Il tasto dolente, per davvero, è il flash esterno. Ne ho provati di tutti i tipi, dall’originale Fujifilm supercostoso allo Yongnuo più scrauso. Niente che mi soddisfi, tant’è vero che ancora adesso utilizzo il Canon 600EX-RT che condivido con la mia 6D. Per ora rimane un lampo insuperato per qualità, affidabilità e durata.
Il miglior flash Fuji, al momento, è il Godox V860II. È quasi identico al Canon 600EX ed è preciso ed efficace. Credo sia ancora un passettino sotto il Canon per qualità dei materiali ed affidabilità complessiva. Non scatterei un matrimonio con il godox, anche se conosco gente che l’ha fatto.
Non esiste poi il laser di assistenza di messa a fuoco: i flash migliori su X-T2 hanno un led gigante che illumina a giorno tutta la stanza per aiutare la macchina. Se lo accendi in una discoteca buia, ti picchiano dopo la terza foto.
Il problema maggiore rimane però l’impostazione del flash manuale “al volo”. Non si riesce a trovare una benedetta impostazione normale e devi spesso smanettare per trovare il corretto equilibrio della luce. Il che non sarebbe un problema, se facessi una fotografia in posa. In discoteca non si può fare.
Cosa poi che non capisco è perché nessun sito web parla del fatto che, utilizzando il flash in modalità manuale, bisogna impostare anche manualmente il bilanciamento del bianco (di solito varia dai 5600k ai 5300k). Se non lo fai, ti usciranno tutte foto blu per il bilanciamento scorretto. Presta attenzione.
Set fotografici indimenticabili
Poi ho capito: questa macchina nasce per una fotografia riflessiva, attenta, ponderata. Non puoi utilizzarla nei locali bui sperando di acchiappare foto pazze fra gente. Magari ci riesci pure, ma non avrai mai la stessa immediatezza.
Cosa c’è di più bello e pensato di un set fotografico?
Il mirino interno è precisissimo, ma anche il grande LCD posteriore permette di avere una visione perfetta di ciò che otterrai. Il file Raw, poi, ha una possibilità di ritocco quasi illimitata. Puoi recuperare le ombre e le luci con una libertà che ti stupisce ad ogni sessione di Photoshop. La gamma dinamica di +- 5 stop permette infatti di estrarre dettagli e luci impossibili per sensori di vecchia generazione.
Ciò che contraddistingue da sempre le macchine fotografiche Fujifilm, però, è la resa dei toni della pelle. Non esiste altra macchina fotografica così efficace nel rendere alla perfezione i colori delicati e dolci del volto umano.
Con la luce naturale è invece insuperabile. La macchina è un lampo, non si ferma mai e scatta fotografie di qualità assoluta anche in jpeg. Ovviamente va calibrata con l’occasione: per il fotogiornalismo, in cui servono fotografie perfette al momento, è una mano santa.
La migliore amica del viaggio
Dopo il primo trauma, arriva l’opportunità di riscatto. Parto per la Sicilia per girare l’intera isola con automobile e macchina fotografica. Ho con me 10-24 f/4 e 35mm f/1.4, nient’altro. Decido anche di lasciare la “sicurezza” Canon a casa, un po’ come il Milan quando decise di far giocare Donnarumma e scoprì di avere un fenomeno.
Fino all’anno precedente viaggiavo con 10 chili di attrezzatura nel mio zaino, comprensivo di un vecchio e ingombrante 80-200 f/2.8L.
Con la X-T2 scopro una favola: in una tracolla minuscola riesco a mettere la stessa attrezzatura che, prima, avrei portato in uno zaino. Ed addirittura la qualità fotografica ne beneficia.
Oltretutto, essendo molto piccola, la macchina fotografica non attira nemmeno molti sguardi, rendendola ottima per la street photography.
Pazzia vintage!
Quando scopri che la Fuji monta praticamente qualunque cosa mediante adattatori, la testa comincia a volare fra gli esperimenti più pazzi. E vedi montare sulla macchina obiettivi sovietici di cent’anni fa o altre amenità.
Tutto è bellissimo, finché stimola la fantasia e la creatività. Si trovano in giro adattatori di ogni sorta, sia con lente che corregge l’ingrandimento del sensore APS-C che senza lente. E, se non esistono, te li costruisce Adriano Lolli. Tutto ciò che trovi può essere usato su Fuji e, ti assicuro, molte lenti vintage sono di gran lunga migliori delle controparti moderne.
E non dite la storia “eh, ma è APS-C!“, perché non è un limite. Questa macchina è ai vertici assoluti della sua categoria come qualità d’immagine e di corredo ottiche. Gli obiettivi sono progettati per essere uguali ai millimetraggi su Full Frame. Ed è così che il 35mm è in realtà il 50mm su FF, così come il 23mm è progettato per replicare il 35mm su Full Frame.
L’intero set di lenti originali Fujifilm è progettato per restituire risultati professionali. D’altronde, la Fuji è l’unica azienda che produce ancora gli obiettivi con la pasta di vetro prodotta e selezionata all’interno delle proprie fabbriche. Questo significa un controllo di qualità altissimo.
Da notare una cosa carina: si può ricaricare mediante USB: ottimo per non rimanere mai senza batteria! Con un battery pack del cellulare si ha sempre copertura di batteria. Un’altra cosa che positivamente mi ha colpito è, ad esempio, il salvataggio automatico delle foto sul pc via Wi-Fi. Si tratta di una operazione però molto lenta, non la consiglio.
In definitiva?
Adesso, con un costo decisamente più accessibile rispetto al passato, e con la sorellina X-T20 che è praticamente identica e più piccola, è un acquisto da fare assolutamente. La particolarità di questa macchina fotografica è infatti il suo sapersi adattare al livello di esperienza dell’utente: sembra dire “sono come tu mi vuoi” e si lascia scoprire lentamente in tutte le sue funzioni.
Non pretendere di avere “ragione” subito sulla macchina. Bisogna imparare a conoscerla con tanti scatti, altrimenti rischia di trasformarsi in una esperienza frustrante.
La Fujifilm non si concede subito. È una macchina da affrontare con calma e pazienza, ma che, in cambio, ti insegna ogni giorno ad amare sempre di più la fotografia.